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al testo di Gil
Madre, ci ha resi stranieri...
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Madre, ci ha resi stranieri Una stessa lingua, una teoria di parole Che ognuno di noi ascoltava Da luoghi d'anima distanti tra loro.
Madre, non ti sia imputata a colpa Né a peccato sul mio dorso Un'innocenza di vita Che ci ha lasciati su margini opposti Di uno stesso silenzio.
Madre, non dissimile da due libri mai aperti La nostra reciproca estraneità, mai priva Di pagine appena sfogliate in cui ho letto L'amore del dovere e del sacrificio Fino alla morte di sé, quotidiana O perenne, qualora vi fosse stata Necessaria urgenza. Resteranno Sullo scaffale i passi mai tradotti Di un'inespressa, sconosciuta, tenerezza.
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Laura Turra
- 13/05/2018 12:42:00
[ leggi altri commenti di Laura Turra » ]
Che bel cuore si svela in questi versi! Mi hanno colpito, Gil. Il rapporto con la madre è sempre misterioso, perché lì più che altrove si percepisce la propria origine umana. Credo che, al di là di tutto ciò che questo rapporto possa essere stato o sia, nutrire la longevità del ricordo possa colmare le distanze ed essere un superiore modo di parlarsi. Ti abbraccio
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